Eccolo qua, il bigliettino che Berlusconi ha oggi scritto di proprio pugno, durante la votazione alla Camera, che gli è valsa solo 308 voti, quando la maggioranza assoluta è di 316 deputati. Per raggiungerla, dunque, mancano 8 voti che non arrivano.
Vediamo cosa scrive il caro Silvio:
- 1° Rigo: "308" "- 8 traditori"
- 2° Rigo: "Ribaltone"
- 3° Rigo: "Voto"
- 4° Rigo: "Prendo atto (Rassegni le dimissioni)"
- 5° Rigo: "Presidente Repubblica"
- 6° Rigo: "Una soluzione"
Se volete vedere Berlusconi, mentre nervosamente scrive il biglietto, ecco qua il video di Repubblica.
Finisce così, dopo anni e anni di scandali, corruzione e quantìaltro, un'altra era in Italia? Con un bigliettino volante, metafora di un vuoto che si stenta a riempire? A che cosa ci ha portato questa politica? E chi ne è stata la causa? Berlusconi? O forse Berlusconi non è altro che la conseguenza di una crisi culturale, o meglio, di un "nulla culturale"? Cosa ci si aspetta dal dopo Berlusconi? Forse non un altro Berlusconi?
Credo che se vogliamo mettere la parola fine a quest'era, dobbiamo prima mettere fine al nostro vuoto qualunquismo...
Intanto, ecco la prima parodia
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Forse finalmente si è tolto dalle scatole! Concordo con te che i primi a cambiare dobbiamo essere noi, ma per lo meno il primo passo sarà fatto!
RispondiEliminaCiao Marco,
RispondiEliminanon hai tutti i torti.
La mia voleva essere una specie di provocazione, che evidenziasse l'inutilità di gridare "Via Berlusconi", quando la sua uscita di scena non cambierebbe assolutamente nulla. Ci sarà qualcun altro che prenderà il suo posto.
Del resto, tu non credi che quelle 8 persone che lo hanno abbandonato (nonostante siano state elette grazie al PDL, che hanno appoggiato fino a questo momento) lo hanno fatto per essere più credibili alle prossime elezioni? Magari elette con la Sinistra?
Il problema non è Berlusconi, ma tutto ciò che gli è girato intorno finora: quella massa informe di corrotti e opportunisti, in grado di sostituire il loro re in qualsiasi momento.
E questa massa è eletta da noi. Allora siamo noi a dover cambiare.
A presto.