Abbiamo parlato a lungo di nucleare e radioattività e abbiamo anche detto come misurarla con il Contatore Geiger ed il portatile portachiavi Nukalert. Ma che facciamo in caso ci sia un vero e proprio attacco nucleare?
In questo articolo, parleremo del modo per prepararci ad un eventuale attacco nucleare (dato che qui la situazione mondiale non è tra le più rosee!).
Dobbiamo fornirci innanzitutto di un KIT per poter far fronte all'emergenza nucleare e che ci può tornare utile nel caso la catastrofe si verifichi (ma facciamoci le corna!). Questo KIT è lo stesso per qualsiasi tipo di emergenza e lo abbiamo già descritto nell'articolo: "Fine del mondo? Sei pronto? Il KIT di Sopravvivenza!"
Ora, il KIT di Sopravvivenza dovrebbe essere conservato in un luogo sicuro, che va costruito. Nel caso di una emergenza nucleare (che può essere lo scoppio di una centrale nucleare come nel caso di FUKUSHIMA in Giappone o quello di una testata nucleare), il luogo più sicuro è un rifugio nucleare.
Il rifugio nucleare deve essere costruito sotto terra ed avere una buona ossigenazione che non metta però l'ambiente interno in collegamento con quello esterno, così da dar luogo ad una contaminazione, dato che è proprio ciò che bisogna evitare. L'involucro del rifugio antiatomico è molto spesso e internamente è rivestito di materiali isolanti. Molto usato è ovviamente il piombo, che è l'unico in grado di fermare le Radiazioni Gamma, che sono le più pericolose e penetranti. La porta deve essere molto robusta ed anch'essa di piombo ed essere a tenuta stagna.
Esistono diverse ditte specializzate nella costruzione di rifugi antiatomici prefabbricati, soprattutto in Svizzera dove una legge obbliga i cittadini a possedere un rifugio antiatomico proprio o condominiale.
Come sopravvivere? Andiamo per gradi.
Vediamo il bagliore in cielo:
- Cerchiamo un luogo dove ripararci nelle vicinanze e se non lo si trova mettersi dietro ad una barriera solida (es. un muro) rivolto verso l'esplosione (non stare vicino ad apparecchiature elettroniche). Se non si trova nulla, sdraiarsi per terra e coprirsi le parti cutanee scoperte.
- Restare immobili finché non passa l'onda d'urto
Passata l'onda d'urto:
E'questo il momento più pericoloso, quello del "Fall out", cioè della ricaduta della pioggia radioattiva, che costituisce la maggiore causa di morte post emergenza nucleare.
- Raggiungere entro mezz'ora un rifugio sotterraneo (magari il nostro bunker antiatomico, se ne possediamo uno). Corriamo cercando di non respirare e tenendo sul capo un mantello che poi getteremo una volta entrati nel nostro rifugio. Se nel rifugio è presente una doccia, lavarsi completamente, dato che bisogna liberarsi di qualsiasi particella radioattiva (è questo uno dei consigli cardine della profilassi antinucleare) e assumere una pastiglia di ioduro di potassio, che fornisce una protezione per la tiroide (vedi l'articolo: "Gli effetti della Radioattività sull'uomo").
- Se non abbiamo un rifugio antiatomico, né riusciamo a trovarne uno, dobbiamo costruircelo al momento. Quindi, usciamo con una coperta che ci copra e cerchiamo un luogo dove poter costruire il nostro rifugio di emergenza. Un auto può essere uno esempio. Oppure dovremo scavare una buca nel terreno che abbia almeno una distanza dalla superficie di 1 metro (vedi immagine sotto). Il problema è che dovremmo restare in questi rifugi di fortuna per almeno due giorni.
La protezione dal Fall out è molto importante se si vuole sopravvivere. Così scrivono esperti e studiosi statunitensi:
"Rifugio sul posto. Questo è l’unico grande messaggio, il modo migliore per salvare vite e prevenire patologie legate alle radiazioni. Va contro il nostro istinto di scappare dal pericolo per riunirci ai nostri familiari. Ma se i bambini sono a scuola o all’asilo, è lì che dovrebbero rimanere. Non si può sfuggire alla precipitazione radioattiva e gli effetti disastrosi riconducibili alla precipitazione radioattiva possono essere evitati al 100%. Si stima che 285.000 persone, senza protezione nel raggio di un miglio dalla detonazione a Los Angeles, andrebbero incontro a malattia o morte causate dall’esposizione alle radiazioni. Solo un rifugio rudimentale, come una costruzione in legno, potrebbe salvare 160.000 persone da un'esposizione significativa. Se le persone riuscissero a trovare rifugio in seminterrati o edifici multipiano o centri commerciali, 240.000 di queste 285.000 potrebbero salvarsi. Se si riuscisse a raggiungere un parcheggio sotterraneo o il centro di un grattacielo di uffici, non si riporterebbe alcuna esposizione mortale"
Grafico del Dipartimento di sicurezza statunitense sui luoghi più sicuri in città |
Mentre Nazioni come la Francia hanno elaborato una vera e propria strategia in caso di disastro nucleare, attraverso un portale internet (http://www.risques.gouv.fr/), l'Italia resta ancora con il suo vecchio protocollo che non previene assolutamente nulla, ma semmai da un minimo di cura dopo che la catastrofe è avvenuta. Si tratta del Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche, messo a punto nel 1987, dopo il disastro di Chernobyl, e aggiornato nel 2010.
Comunque, se volete essere sicuri di sopravvivere ad un disastro nucleare (senza essere assurdamente paranoici), vi consiglio di provvedere da soli alla vostra autonomia, costruendovi un rifugio antiatomico e lasciandovi all'interno il vostro KIT di Sopravvivenza Nucleare. "Chi fa da sé, fa per tre!"
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